Non il solito rosé stile provenzale

Non il solito rosé stile provenzale

Quando si parla di colori del vino, il rosa arriva sempre dopo il rosso e il bianco. Invece il rosa ha pari dignità, i vini rosa possono essere squisiti. Un esempio è quello di Podere San Lorenzo di cui parlo alla fine dell’articolo.

In Francia la vendita di vino rosé è aumentata progressivamente negli ultimi 30 anni superando quella dei bianchi. È vero che in Francia, come in Italia, si beve meno vino di 30 anni fa, ma le statistiche pubblicate dall’American Association of Wine Economists dimostrano che sono cambiate le abitudini dei consumatori francesi o dei paesi dove il vino francese viene esportato (in primis USA). Sta di fatto che i vini rosati francesi dall’essere il 9% delle vendite sono diventati il 34% del totale in soli 30 anni; al contrario i rossi sono scesi dal 75% al 46%.

Dalla Francia, ossia dalla Provenza, è arrivata anche la moda dei rosati dal colore sempre più scarico e dal gusto sempre più sottile e fresco.

In Italia autentiche tradizioni di vino rosato si trovano solo in poche zone. Al nord vi è quella del Lago di Garda con il “Chiaretto”, a base di groppello nella sponda bresciana e di corvina in quella veronese. Ancora più a nord un rosato caratteristico è il Lagrein kretzer altoatesino. Nell’Italia centrale sono famosi i Cerasuolo d’Abruzzo a base di montepulciano e infine al sud si trovano le DOC pugliesi di Castel del Monte a base di bombino nero e di Salice Salentino a base di negroamaro.

Il consumo di vino rosa in Italia, diversamente dalla Francia, non sta dando grandi segnali di incremento, ma sicuramente i rosati che troviamo oggi sono diversi da quelli di 30 anni fa. Molti produttori di vino rosato oggi hanno un progetto enologico in mente. Hanno abbandonato la tecnica del salasso, al contrario vendemmiano prima le uve per il rosato e procedono con una breve o brevissima macerazione.

Luciano Ciolfi, di Podere San Lorenzo, no. Non segue la moda provenzale. Non vendemmia in anticipo l’uva per fare un vino sottile dal color rosa pallido in stile provenzale, ma fa un rosato toscano, che più toscano non si può. Le uve sono 100% sangiovese: il sangiovese di Montalcino, lo stesso del Rosso e del Brunello di Montalcino. Infatti Podere San Lorenzo è una cantina di Montalcino che produce e vende ottimi Brunello.

Luciano non ha abbandonato la tecnica del salasso, il suo vino rosato è ottenuto dalle stesse uve e dalla stessa vendemmia di Rosso e Brunello di Montalcino, prelevando una piccola parte di liquido dal mosto in fermentazione dopo 12 ore o poco più. Questo liquido continua la fermentazione senza contatto con le bucce, risultando quindi appena tinto di rosa e con minima estrazione tannica. Al termine della fermentazione il vino raggiunge niente meno che 14,5% alcol. Matura per alcuni mesi in barrique usate e in anfora. Questa fase ossidativa contribuisce soprattutto alla formazione di profumi e aromi. Il vino viene messo in commercio alla fine della primavera e solitamente viene esaurito entro l’estate, perché sono poche bottiglie.

Era in realtà nato come vino personale, per il consumo privato, come vino da bere freddo d’estate, ma ha suscitato subito interesse e da lì la commercializzazione.

Ha un colore vivido, di media intensità, dalla tonalità fra il buccia di cipolla e il cerasuolo. Profuma soprattutto di frutta rossa come lampone, melagrana e scorza d’arancia. Ha corpo, riempie la bocca di gusto, è perfettamente equilibrato da una squisita acidità che ricorda l’aroma della ciliegia e dell’arancia rossa. Ha tutto il carattere varietale del sangiovese toscano, anzi il sangiovese di Montalcino, pur nella sua versione rosa. Come tutti i vini di Podere San Lorenzo coniuga l’intensità del gusto con la facilità di beva, che lo rende un campione a tavola. Da provare con carni bianche, pesci arrosto, formaggi molli, pizza.

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