Piccolo gioiello chiantigiano: Castellinuzza di Cinuzzi.

Piccolo gioiello chiantigiano: Castellinuzza di Cinuzzi.

Un sabato pomeriggio in una decina raggiungiamo la cantina Castellinuzza di Cinuzzi a Lamole. Abbandonata la strada regionale 222 Chiantigiana all’altezza di Greve in Chianti, si inizia a salire di quota, percorrendo in auto una strada stretta e tortuosa. Già la strada è il primo segnale di un cambiamento di paesaggio; dopo qualche tornante immediatamente ci troviamo in un luogo caratteristico e diverso da quello del fondovalle: vediamo terrazzamenti con i muretti a secco, par d’essere in montagna. Di fronte a noi, infatti, c’è la vetta più alta dei Monti del Chianti: il Monte San Michele. Le pendenze sono accentuate, le vigne, piccoli fazzoletti di terra, sono circondate dal bosco e si affacciano aperte sulla vallata della Greve, godendo di grande luminosità.

Questa è Lamole, la più piccola Unità Geografica Aggiuntiva della DOCG Chianti Classico, con vigneti tutti sopra i 500 metri sul livello del mare, su un terreno privo di calcare, di natura sabbiosa che altro non è che la disgregazione dell’arenaria del sottosuolo, chiamato anche macigno del Chianti. 

Quello di Castellinuzza è un podere storico della famiglia Cinuzzi, che è operativa con continuità dal XVI secolo. La produzione di vino è di dimensioni contenute ma di notevole qualità. Può contare su solo 2 ettari di vigna, coltivati con varietà locali (sangiovese, canaiolo, malvasia nera soprattutto). La lavorazione è artigianale e ha visto negli anni la collaborazione dell’enologo Vittorio Fiore come consulente. Tutti i vini fanno una vinificazione simile, cambia solo la durata della maturazione nelle botti di rovere di grandi dimensioni. 

Chianti Classico annata

È affascinante vedere come le stesse vigne, con la stessa mano e lavorazione, ogni anno danno profili gustativi diversi. Ma una costante c’è nei vini di Castellinuzza: i colori sono tenui, il profumo pur diverso è sempre espressivo e coinvolgente, la struttura gustativa è agile, ha personalità spiccata senza essere mai potente.

Abbiamo assaggiato 8 diverse etichette di Chianti Classico (annata, Riserva, Gran Selezione) per concludere con un passito e un vermouth.

Il Chianti Classico annata matura per un anno in legno e un anno in cemento prima di essere imbottigliato. Il 2020, il vino più giovane della batteria, risulta succoso ed esile con profumi di arancia, ciliegia e pepe rosa insieme al tratto fiorito. Il 2019 ha più frutto in evidenza, amarena e fragola, con tocchi di anice stellato e finale di chinotto; al gusto i tannini sono in rilievo rispetto all’acidità. Il potenziale di longevità del sangiovese di Castellinuzza è dimostrato dall’assaggio del Chianti Classico 2011: sebbene si presenti con dei riflessi fra il granato e l’aranciato, coerenti con i suoi 12 anni, è saporito e dinamico all’assaggio con un bouquet in evoluzione che sa di carruba, tamarindo, pompelmo e fiori appassiti. 

Chianti Classico Riserva

I Chianti Classico Riserva provengono da una selezione di uve tali da sostenere una maturazione di un anno in più in botte. Ne abbiamo assaggiate 2 annate recenti. La Riserva 2017 ha manto granato luminoso, è balsamica, ricorda menta e macis al naso che è ancora in evoluzione, arricchito di note fruttate e poche tracce di confettura. Malgrado l’estate del 1017 sia stata calda e asciutta, il vino ha mantenuto una notevole acidità tale da prevalere sui tannini, rendendo il sorso profondo e scorrevole. La Riserva 2019 ha un impatto tutto floreale di ibisco, dietro al quale scorrono lampone, albicocca, rabarbaro, terra bagnata. Sorso pieno, quasi avvolgente in ingresso con un tannino presente a centro bocca, sospinto dalla freschezza.

Chianti Classico Gran Selezione

La tipologia Gran Selezione è prodotta con la miglior selezione di uve di Sangiovese. Ne abbiamo confrontate 3 annate. Nella Gran Selezione 2013 si ritrova lo stile lamolese nella sottigliezza, ha ottimi tannini e freschezza in equilibrio con la spinta calorica. Dimostra una notevole persistenza e una capacità di evolvere ancora, benché siano passati già 10 anni dalla vendemmia. La Gran Selezione 2015 rispecchia la solarità dell’annata, è molto fruttata con amarena a ciliegia sotto spirito, tannini maturi protagonisti del gusto, pieno e deciso. Infine, la Gran Selezione 2018 è elegantissima: profumi di violetta, erbe alpine, arancia amara, melagrana e sottobosco anticipano un sorso succulento, con tannini levigati e saporiti e una persistenza assolutamente coinvolgente. 

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