Versione originale di un articolo scritto per il Salotto del Vino.
Dalla joint venture fra la celebre maison biologica De Sousa e il grande, forse il più grande, produttore di Chardonnay della Côte d’Or Olivier Leflaive nasce una nuova produzione di Champagne col nome di Valentin Leflaive (Valentin è uno dei figli di Olivier).
Se poi all’incontro di questi due know-how d’eccellenza aggiungiamo che la materia prima proviene in gran parte da vigne Grand Cru (in affitto) nel comune di Avize (Côte des Blancs), è certo che non siamo di fronte a una bottiglia qualsiasi. Tanto per cominciare, pur non avendo millesimo in etichetta, questo Champagne si distingue dalla massa dei brut sans année, essendo dosato solo con 4 gr/l di zuccheri: riportare “extra brut” in etichetta per lo Champagne è un distinguo non di poco conto. I vin clair di questa cuvée (100% Chardonnay) possono beneficiare di una maturazione nelle pièce borgognone usate di Olivier Leflaive, come dichiara lui stesso nel comunicato stampa emesso per il debutto nel giugno 2015.
L’ho assaggiato (da To-Wine a Prato) dopo due anni dalla sboccatura (riportata nella retroetichetta), forse il momento più appropriato per godere dell’integrazione perfetta dell’anidride carbonica nel liquido. Il profumo fa pensare a uno Chardonnay vendemmiato a piena maturazione; le immancabili note agrumate sono subordinate a quelle più evolute di mela essiccata, nocciola e frutta tropicale; non manca la nota burrosa dello Chardonnay, che si esprime nel ricordo di brioche, e una leggera nuance vanigliata. In bocca l’acidità è protagonista e perfettamente associata alla cremosità dell’effervescenza, tuttavia non risulta tagliente, in quanto la sua nervosità è rivestita di grassezza e fruttosità, che danno importanza al sorso, benché non stia nella struttura la carta vincente di questo vino. È la sensualità a renderlo esaltante, quando si allarga al palato, alternando gli aromi incontrati all’olfatto con una decisa mineralità, che rende dinamica la progressione. Chiude con una grande pulizia e mette in mostra un equilibrio che non vuol dire tanto staticità, quanto piuttosto perfetto gioco delle parti.